L’attuale cortocircuito della politica, come spiega bene Calenda, sta nel fatto che, dall’avvento dei 5s e, ancor prima, dei social, i politici hanno smesso di offrire soluzioni, e si sono limitati a fare da eco alle lamentele espresse dai cittadini in quegli immensi bar che sono diventati i social media. I politici hanno smesso di avere una visione e di raccogliere voti per il suo raggiungimento e hanno scelto la strada più comoda di raccogliere il consenso semplicemente per l’immedesimazione che suscitavano ripetendo gli stessi concetti espressi nei bar virtuali. Il passo successivo è stato quello di una classe politica serva delle tendenze social del momento, che gli garantissero di continuare a surfare sulla cresta del consenso, anche a scapito della coerenza. Memorabile in questo senso sono state le dichiarazioni durante la pandemia del Covid-19, in cui un giorno bisognava aprire tutto, e quello successivo chiudere tutto, per poi riaprire…

Leggi tutto

Prosegue la corsa a chi la spara più grossa nel tentativo di trovare giustificazione a una riforma costituzionale nata male, e che sta finendo peggio. È stato dimostrato che le ragioni di riduzione di spesa sono risibili. Non credo vi sia altro di aggiungere sul punto all’ottimo intervento televisivo di Simone Baldelli, che, dopo aver messo il prof. Ceccanti di fronte alle sue stesse parole, ha concluso in maniera lapidaria sul fatto che convenga mantenere il “bonus democrazia”, magari compensando il maggior costo con l’abolizione del “bonus monopattino” (qui trovate l’intervento). Venuta meno la giustificazione populista degli ex apritori di scatolette di tonno, e con la crescita del fronte del no, gli intellettuali sono stati tutti mobilitati per cercare ex post un senso a questa riforma, anche se questa riforma un senso non ce l’ha (semi cit.). L’ultimo in ordine di tempo è l’intervento di Ainis, su La Repubblica di…

Leggi tutto

Come era evidente ai sani di mente, eleggere degli incompetenti scappati di casa, specie se teleguidati, con intenti eversivi dell’ordinamento costituzionale, dalla Casaleggio s.rl., non è stata una mossa azzeccatissima, specie in tempi crisi. L’epidemia Covid-19 ci ha messo, poi, sopra il carico, creando la tempesta perfetta. Molti paesi europei, però, dopo aver subito una così pesante crisi economica si stanno attrezzando per sfruttare tutti gli strumenti messi in campo dalla UE per fronteggiare la situazione eccezionale. Noi no. Noi, non solo schifiamo il MES, per non urtare la sensibilità degli elettori “anti-casta” – come se avesse senso usare ancora questa categoria dopo che gli apritori di scatolette si sono trasformati in pregiati tonni pinna gialla – ma evitiamo accuratamente di predisporre quella documentazione necessaria per soddisfare le condizioni del ben più vincolante Recovery Fund – “c’è tempo fino a ottobre” Conte dipsit – incapaci di una visione di lungo…

Leggi tutto

Io la penso come Orfini: la colpa del PD è di aver barattato con i 5s una pessima riforma costituzionale per rimanere al governo. Gli hanno promesso una riforma organica, e poi hanno ottenuto solo la riduzione dei parlamentari, non solo inutile ma dannosa se non inserita in un contesto di riforma più complessa. Gli elettori del PD se ne stanno accorgendo e si stanno orientando per il NO. Temo che prevarrà il SI. Ma non mi arrendo. Credo che le persone debbano essere bene informate per poter decidere. Occorre abbandonare le decisioni per bande e ragionare con la propria testa, perché quando si tocca la Costituzione quello che è in gioco e il futuro democratico del paese. Specie quando si va a mettere mano al principale organo costituzionale rappresentativo, perché votato direttamente dai cittadini. Quando Travaglio e uno Zagrebelsky in mala fede (l’affermazione sull’esistenza del bicameralismo perfetto in Francia…

Leggi tutto

Quale occasione migliore per far debuttare la versione 3.0 di partecipazione se non la votazione per il referendum costituzionale del 20/21 settembre

25/25